La storia
Storia dell’Istituto Comprensivo “Divisione Julia” di Trieste
Scuola dell’Infanzia “Miela Reina” – Scuola Primaria “Ferruccio Dardi”
Anche a Trieste venne dato seguito al Regolamento scolastico generale per le scuole tedesche normali, principali e triviali degli Stati ereditari dell’Imperatrice e Regina, emanato da Maria Teresa d’Asburgo nel 1775, che istituiva la scuola pubblica ed obbligatoria dai sei ai dodici anni, e così nel 1842 venne istituita la Civica scuola maschile e femminile all’Acquedotto, in prima battuta all’interno di un edificio privato sito in Via Paduina 1515.
Con la riforma del biennio 1867/1868, la scuola venne spostata presso i locali comunali dell’ex Caserma “Dobler”, sita in Corsia Conte Francesco Stadion 29 (attuale Via Cesare Battisti 27), nel 1868, ma sin da subito risultò essere “molto affollata” (nel 1877 contava già ben 1398 alunni, con alcune classi formate, addirittura, da ottanta o cento studenti!); così la commissione alla pubblica istruzione del consiglio comunale decise di abbandonare l’ex caserma “Dobler”, perché non più rispondente alle esigenze della “moderna pedagogia”, cioè «spazi insufficienti, illuminazione scarsa, cessi per un numero troppo limitato di scolari», e di costruire, sulla stessa area, un nuovo edificio con la facciata principale sulla Via Giotto.
Il nuovo edificio sarebbe stato costituito da «un piano terreno e da due piani sovrapposti con due ingressi, uno sulla Via Dobler (attuale Via Giuseppe Lorenzo Gatteri), che sarebbe stata allargata di dieci metri per portare il nuovo stabile sulla linea del contiguo edificio della scuola reale, e l’altro lato sulla Via dei Bachi (attuale Via Ugo Polonio) che conservava la sua larghezza di m. 9,48. La Via Giotto davanti al nuovo edificio avrebbe avuto una larghezza di undici metri».
La consegna dell’edificio avvenne il 03 Settembre 1883, così descritto: «Il fabbricato si compone di pianoterra rialzato, due piani superiori e soffitta. Il pianoterra comprende un locale ad uso palestra di ginnastica, sette sale d’istruzione e due stanze. Il primo piano si compone di nove sale d’istruzione e due stanze, uno stanzino, cucina e dispensa. Il secondo piano comprende sette sale d’istruzione, una camera e l’abitazione del dirigente, composta da cinque stanze, uno stanzino, cucina e dispensa. Parte della soffitta serve per l’abitazione del bidello, la quale si compone di due stanze e cucina; il rimanente della soffitta servirà per ripostigli dei serramenti di finestra. [...] Tutte le stufe delle sale scolastiche sono di ghisa a circolazione d’aria, le due collocate nell’abitazione del direttore sono di maiolica. I cessi sono provveduti di smaltimento a sifone in ferro e sono a fosse mobili con dodici botticelle di rovere [e non, quindi, collegata alle due fogne in uso della Civica scuola reale superiore]. Il cortile è recintato da un muro di pietra».
Il bilancio della scuola all’inizio del nuovo secolo, in una città contraddistinta da una forte espansione urbana, fu caratterizzato da un notevole aumento della popolazione scolastica, che costrinse i dirigenti delle scuole a creare sempre nuove classi parallele; ma ben presto negli edifici esistenti la mancanza di spazio tornava a farsi sentire, costringendo le autorità scolastiche a trasformare in aule gli alloggi dei dirigenti, dei bidelli, le stesse palestre e ogni spazio disponibile.
Nel 1900 l’allora Direttore Odoardo Weiss richiamò l’attenzione del Comune sullo stato di affollamento della scuola, che lo aveva costretto a respingere molti scolari. Il Comune, dal canto suo, decise la costruzione di un terzo piano «perché nei successivi anni non si ripetesse l’inconveniente di respingere alunni che si presentavano per l’iscrizione». I lavori avrebbero previsto «la formazione di sei stanze scolastiche da tre finestre e due stanze da cinque rispettivamente da quattro finestre, quest’ultime destinate per disegno e per i lavori muliebri»; inoltre, «l’abitazione del bidello viene trasportata al pianterreno munita di sola uscita separata, costituita da due stanze e un cesso» e di comprendere anche «una fogna doppia sistema Mouras come fu adottata per la civica scuola di Città vecchia già da parecchi anni, che ha fatto buona prova».
Negli anni che separano la città dalla “Grande Guerra” (1915-1918) vennero intrapresi anche una serie di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, tra cui le facciate prospettanti il cortile. Negli stessi anni il Comune si impegnò a portare la luce artificiale, sia elettrica sia a gas, in tutte le scuole. Nella scuola di Via Giotto fu necessaria, soprattutto, dal 1910, visto l’innalzamento dell’edificio della Civica Scuola Reale, prevista per l’anno successivo.
Con il passaggio del sistema scolastico austriaco a quello italiano dopo il 1918, la struttura scolastica di primo grado venne modificata profondamente a seguito della riforma Gentile, del 1923, e della riforma Bottai, del 1940; così la scuola di Via Giotto divenne Scuola Elementare “Ferruccio Dardi”, in onore del Capitano dei “Lancieri di Novara”, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, caduto in combattimento in Africa Settentrionale Italiana nel 1942.
Scuola Secondaria di Primo Grado “Divisione Julia”
Nel 1862 il Comune di Trieste istituì, in locali privati di Via San Lazzaro, una Civica Scuola Reale Inferiore, ma ben presto si sentì l’esigenza di aggiungere altri corsi, in modo che, nel 1873, poté essere dichiarata Civica Scuola Reale Superiore. A causa, tuttavia, della mancanza di spazio (la scuola condivideva l’edificio con la civica caposcuola maschile di Città nuova e con l’imperialregio ginnasio dello Stato), il 23 Luglio 1878 l’impresa di costruzioni di Giuseppe Naglos diede inizio ai lavori del nuovo edificio, destinato sia alla civica scuola reale superiore sia al ginnasio civico, su progetto dell’Ing. Francesco Boara (1827-1904), sito su un fondo comunale di Via dell’Acquedotto (attuale Viale XX Settembre), il quale presentava una facciata principale, sulla stessa via, con elementi decorativi e un basamento a bugnato.
La consegna dell’edificio avvenne l’anno successivo, così descritto: «Per la Civica Scuola Reale Superiore di sette classi: Dodici aule per sessanta-trenta allievi, sala per il disegno a mano, grandissima, stanzino per il disegno dal gesso, stanzino per la plastica, stanzino per il deposito degli esemplari e modelli, sala per il disegno geometrico, grandissima, stanzino per riporre le tabelle grandi e i modelli, gabinetto di fisica, stanza grande, uditorio per la fisica per cinquanta scolari, stanza per depositi, laboratorio meccanico con fornello, stanza per quaranta scolari, laboratorio meccanico per gli allievi con fornello, gabinetto di chimica, stanza di media grandezza, uditorio per la chimica con fornello, stanza per quaranta scolari, laboratorio per gli allievi con fornello, stanza grande, laboratorio per il professore, stanza di media grandezza, stanza per la distillazione dell’acqua e per depositi con fornello. Per il Ginnasio Comunale con otto classi: Dieci aule, in complesso cinque sale per allievi quaranta cadauna, una sala per cinquanta, una per trenta, una sala per conferenza del corpo insegnante, una stanza per l’insegnamento religioso per gli israeliti per venti allievi, una sala grande per l’insegnamento del disegno per trenta-trentacinque, una sala per i gabinetti di fisica e chimica con un locale attiguo per esperimenti chimici, una sala per l’oratorio (in comune con gli allievi della scuola reale), un salotto d’aspetto per il pubblico, uno stanzino per il bidello, uno stanzino per il ripostiglio delle carte geografiche», ma già nel 1898 l’edificio subì «radicali restauri», per cui fu necessario «spendere molto denaro per rimettere tanto i locali quanto il mobiglio nel dovuto stato di decenza».
Nel 1909 il Comune, visto il sovraffollamento della scuola reale, decise di destinare l’edificio di Via delle Scuole Nuove (attuale Via Luigi Frausin) a succursale della stessa, ma già nel 1910 stabilì di sopraelevare parzialmente l’edificio originale di Via dell’Acquedotto «per recuperare nuovi spazi a seguito dell’entrata in vigore di un nuovo piano per la ginnastica e per creare aule da disegno più funzionali»; inoltre, «lo spazio al pianoterra [...] sarebbe servito per le esigenze del gabinetto di storia e per la palestra la quale con una scala esterna poteva essere messa in comunicazione con il tratto di strada di Via Giotto che correva fra la scuola reale e la scuola popolare omonima; questo tratto chiuso alle due estremità poteva servire per la ricreazione degli allievi durante l’intervallo».
Tuttavia, i costi per interventi e per nuovi edifici, sommati alle spese per il loro ordinario funzionamento, erano diventati, ormai, insostenibili per il Comune, tanto che si aprirà una discussione in Consiglio per la statalizzazione delle civiche scuole medie, concretizzatosi nel 1912 con il passaggio della Civica Scuola Reale all’Acquedotto allo Stato.
In seguito, durante gli anni della guerra (1915-1918), tutto il sistema scolastico subì profondi cambiamenti, con la chiusura delle scuole medie italiane, l’accorpamento di più scuole e l’utilizzo degli edifici come ospedali.
Con il passaggio dal sistema scolastico austriaco a quello italiano dopo il 1918, la struttura scolastica di primo grado venne modificata profondamente a seguito della riforma Gentile, del 1923, e della riforma Bottai, del 1940: vennero eliminate dall’ordinamento le scuole cittadine, sostituite, prima, con le scuole complementari e a indirizzo professionale e, dopo, con la scuola media; per quanto riguarda gli istituti medi superiori, nel dopoguerra vennero creati il liceo ginnasio e il liceo scientifico, venne riformato l’istituto magistrale e trasformata la scuola reale in istituto tecnico; così la scuola reale all’Acquedotto divenne sede del Liceo-Ginnasio “Francesco Petrarca”, mantenendo, comunque, anche la scuola media inferiore.
Infine, nel 1964 il Liceo-Ginnasio “Petrarca” si trasferì nei nuovi locali di Via Domenico Rossetti 74, lasciando nella vecchia sede solo la scuola media inferiore (riformata dopo la legge 1859 del 31/12/1962), che prese l’attuale denominazione di “Divisione Julia”, in onore della 3° Divisione alpina “Julia”, costituita il 10 Settembre 1935 con sede ad Udine, che si distinse, soprattutto, nella Campagna di Grecia (1940-1941) e nella Campagna di Russia (1942-1943), dove subì ingentissime perdite.
Bibliografia essenziale:
Caburlotto L., Irridentismo toponomastico. Vie e piazze di Trieste (e qualche monumento) prima e durante la grande guerra, in Caburlotto L., Stok S. (a cura di), La toponomastica della Grande Guerra. Sul fronte Carnico Isontino. Prospettiva di tutela e valorizzazione, 2021, pp. 133-181
De Rosa D., Aule e scolari. Gli edifici scolastici comunali nella Trieste asburgica, in Archeografo Triestino, Serie IV, Volume LXXIV (CXXII della Raccolta), 2014, pp. 355-455
Faldella E., Storia delle truppe alpine, Milano, 1972, passim
La Porta Orientale, s.v. Ferruccio Dardi, Cavaliere, XIX, 7-8, 1949, Fasc. n. 98